Questo libro arriva alla fine di un percorso di ricerca durato quattro anni e iniziato con un obiettivo molto ambizioso: individuare una soluzione per recuperare il ruolo del giornalismo in Italia e, quindi, risollevare le sorti di un comparto in crisi. L’osservazione dell’evoluzione del mercato editoriale e lo studio di alcuni argomenti specifici (la teoria dei bisogni di Maslow, i principi del Capitalismo Sociale e del Reddito di Cittadinanza, le teorie della Conoscenza e dell’Informazione) hanno portato a scartare l’ipotesi dei quotidiani cartacei (almeno quelli con un ampio bacino di utenza; i quotidiani che chiameremmo nazionali) per promuovere quella dei quotidiani online e a sostenere una via decisamente politica: la revisione del finanziamento pubblico all’editoria. In questo libro è proposta una soluzione forse ai limiti dell’utopia: il Modello Fotovoltaico. Esso prevede che i fondi pubblici non siano distribuiti direttamente agli editori, ma transitino attraverso le mani dei Cittadini che, quindi, tornerebbero a svolgere un ruolo centrale nel percorso verso la Conoscenza e che, per tale ragione, avrebbero diritto ad una forma di ricompensa. Quanto deve costare un articolo online? Tutti gli articoli online hanno diritto al finanziamento pubblico? Queste le domande alle quali era necessario rispondere per elaborare una base teorica consistente. L’hashtag nel titolo del libro contiene la risposta alla prima domanda e, sebbene non in modo intuitivo, anche l’entità annuale di un eventuale finanziamento pubblico. La risposta alla seconda domanda, invece, passa attraverso un’indagine sulla questione della qualità dei contenuti; tale indagine ha portato alla formulazione di un meccanismo di punteggi a soglia in grado di stabilire, per l’appunto, il livello di qualità di un contenuto. L’auspicio è che ci sia qualche forza politica che si faccia promotrice di una legge che recepisca i principi del Modello Fotovoltaico. Il valore economico del contenuto online e il meccanismo di assegnazione dei punteggi ai contenuti sono, però, dei risultati immediatamente utilizzabili: il primo, come prezzo da praticare nella distribuzione online degli articoli da parte delle testate giornalistiche; il secondo, come metodo promosso dalle testate stesse o usato in autonomia dai lettori, come percorso di consapevolezza di ciò che si sta leggendo. Il titolo di questo lavoro è un tweet che, insieme con gli altri proposti alla fine di ogni paragrafo, è un invito alla conversazione e alla discussione, per criticare o incoraggiare i risultati, forse ingenui e sfrontati, di una ricerca, se si vuole, un po’ fuori dai canoni.