La politica sta diventando sempre più comunicazione e marketing. Dagli Stati Uniti all’Italia si sta consolidando un nuovo modo di conquistare e gestire il consenso elettorale. E, dunque, di far politica. Nell’era del populismo e del sovranismo, nell’era del primato dei dati e dei social network, a contare è più la rappresentazione nella sfera pubblica mediata che la rappresentanza. Ibridazione di format, mediatizzazione e personalizzazione, sondaggi, responsività rispetto alle decisioni assunte, ma anche alle intenzioni annunciate dagli attori del sistema politico. Sono tanti gli strumenti a disposizione di chi, detenendo il potere, ha come priorità del proprio agire comunicativo l’aumento del livello di engagement dei cittadini. All’overload informativo degli ultimi decenni si è associato un significativo cambio d’intonazione che ha trasformato la comunicazione politica da forma in sostanza, avvicinandola sempre più al content marketing. Rintracciare analogie e differenze tra Salvini e Di Maio, tra Renzi e Berlusconi, è un dovere se si vuole capire un po’ di più del modo in cui, almeno in Italia, la politica esercita i propri effetti sulla società.