Cose da grandi: Fantasia, critica e adultità nel mondo dell'animazione Aurora Cosentino Author

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Quando si pensa all’espressione cartone animato la s’immagina quasi sempre in un contesto prettamente infantile, e si racchiudono in questa definizione anche forme di animazione che non sono propriamente definibili come cartoni animati e dunque disegni animati. Ma tale forma artistica è per l’appunto un’arte a tutti gli effetti che nulla ha da invidiare alle arti popolarmente associate ad un pubblico adulto, ed è molto spesso anch’essa rivolta a spettatori che non siano bambini. Vedremo come diversi cartoni animati dall’estetica vivace ed infantile abbiano trame complesse, messaggi intricati e contenuti destinati ad un pubblico adulto. Cominceremo marcando la differenza fra cartone animato per bambini e cartone animato per adulti, e analizzeremo anche i prodotti che sfuggono a questa categorizzazione e che acquisiscono significati e risvolti diversi a seconda del pubblico ai quali li si presenta. Approfondiremo la psicologia alla base della produzione per bambini, e le fondamentali differenze percettive che bisogna considerare quando si realizza un cartoon. Tratteremo inoltre alcuni fra i più rilevanti prodotti d’animazione italiani. Partiremo dai capisaldi dell’animazione, passando per capolavori anni Novanta, soffermandoci sui prodotti d’animazione giapponese. Andremo ad esaminare le dinamiche delle varie produzioni, i messaggi talvolta sorprendenti che gli animatori intendevano esprimere e l’impatto sociologico che suddette opere ebbero - e tutt’ora hanno - nei vari contesti in cui furono trasmesse.